di Fiorenzo Dosso
Il derby per eccellenza, quello che si tramanderà di generazione in generazione, quello che sopravviverà nei secoli dei secoli è datato 4 giugno 1967. Spareggio per la promozione in B sul neutro di Bergamo: Monza-Como 1-0. Già molto si è raccontato e tanto ci sarà ancora da celebrare di quella indimenticabile e fantastica vittoria. Ma c’è un... ma. Tutt’altro che secondario per le tipologie delle nostre storie: non si giocava al Sinigaglia. Noi, invece, rispettiamo fedelmente gli input del calendario e tra due giorni i bagaj saranno di scena nello storico stadio in riva al lago.
Non lontano da quella stazione dove Adriano Galliani ha spesso ricordato di ‘aver subito lanci di pietre’.
Dal cassetto della memoria pesco due reperti. Distanti vent’anni l’uno dall’altro. Un pareggio del magico Borussia di Brianza nel 1977 e una sconfitta del Monza di Radice (comunque poi promosso tra i cadetti) nel 1997. Nessuna vittoria, tanta fierezza biancorossa.
27 marzo 1977. La classifica di Serie B è un sogno a occhi aperti: Monza e Vicenza 34, Como 33, Pescara 32, Lecce 31, Atalanta 30. Repetita iuvant: la vittoria vale (ancora) 2 punti. Andare a Como da capolista è orgoglio smisurato. Se ne convince pure papà. Conditio sine qua non: settore centrale - più o meno l’equivalente dei distinti del Sada - e niente curva. Quando entriamo la marea biancazzurra (anche intorno a noi) mi mette una certa ansia. Lo spicchio biancorosso in un angolo è semplicemente bellissimo. Quando, poi, vengono annunciate le formazioni ecco una sorpresona: Magni rinuncia a Braida e presenta, prudentemente, De Nadai ‘falso nueve’. Oltre 47 anni di distanza non scalfiscono di un’unghia l’indelebile ricostruzione del capolavoro di Tosetto dopo una manciata di minuti. Gamba appoggia a De Vecchi che serve Ugo-gol: funambolica finta per ingannare Fontolan e - da 30 metri - terrificante sventola di destro che si insacca nell’angolo alto alla sinistra di Vecchi vanamente proteso in tuffo. Estasi totale. Un magnifico Monza è assoluto padrone del campo e il derby andrebbe in archivio già al 25' se il pessimo Benedetti concedesse un solare calcio di rigore per clamoroso e plateale atterramento di Sanseverino ad opera di Garbarini in piena area piccola. Sfuggita di mano a un arbitro in confusione, la sfida si incattivisce e a metà ripresa il Como trova il pareggio - onestamente non immeritato per il buon secondo tempo lariano - con Scanziani dopo un confuso batti e ribatti dalle parti di Terraneo. Il Vicenza supera al Menti il Modena e si issa solitario in vetta. Ma il viaggio di ritorno è ulteriore scarica di adrenalina e orgoglio perché i cugini, che sognavano il sorpasso, ci leggono ancora la targa. Come finirà la stagione (purtroppo) lo sappiamo. Eppure quel Monza a Sinigaglia fu ‘Bello da morire’, la canzone degli Homo Sapiens che aveva appena vinto il Festival di Sanremo.
Domenica 27 marzo 1977. Como, Stadio Sinigaglia:
COMO-MONZA 1-1 (0-1)
MARCATORI: Tosetto (M) al 7’ pt - Scanziani (C ) al 20’ st
COMO: Vecchi, Melgrati, Volpati, Garbarini, Fontolan, Guidetti, Apuzzo, Correnti, Scanziani, Iachini, Bonaldi. A disposizione: Piotti, Tarallo, Raimondi. Allenatore: Bagnoli
MONZA: Terraneo, Vincenzi, Gamba, De Vecchi (23’st Beruatto), Pallavicini, Fasoli, Tosetto, Buriani, De Nadai, Ardemagni, Sanseverino. A disposizione: Reali, Braida. Allenatore: Magni
ARBITRO: Benedetti di Roma
NOTE: Ammoniti Iachini, Ardemagni e Buriani. Spettatori 16.000 circa di cui 12.290 paganti. Incasso di Lire 38.885.000
Vent’anni dopo è un altro calcio perché è un altro mondo. Ad esempio: le formazioni non vanno più dall’1 all’11 ma in base allo schema: il 4-4-2 di matrice sacchiana quello più in voga. Altro esempio: date un occhio alle note dei due tabellini e non stupitevi se gli spettatori del derby al Sinigaglia sono passati da 16.000 a 3.000 (anche se l’incasso è rimasto più o meno identico).
Il Monza, ben costruito da Giambelli - ma mortificato da Rumignani - avrebbe tutte le carte in regola per vincere il campionato, regalato al Treviso dalla pittoresca (eufemismo) gestione dell’istrione di Gemona del Friuli. Radice - uno 10 anni avanti (cit. Fulvio Saini) - lavora per preparare i play-off. Ricostruire sul nulla è dura. Molto dura. Il derby ricordato è tutt’altro che memorabile: il Monza lo domina ma lo perde (sarà l’unica sconfitta della cavalcata di Radice fino all’indimenticabile trionfo nello spareggio di Ferrara col Carpi) contro un Como modestamente impelagato a metà classifica. Ci fossero state già allora le statistiche sul possesso palla si sarebbe registrato un clamoroso 80-20% per i biancorossi. Ma il golletto decisivo lo trovano i padroni di casa mentre le due punte degli ospiti sono da...Odissea nello Strazio. A rendere indimenticabile quella partita fu la risposta di Gigi a un collega in sala stampa. “Mister perché tutto quel tenere e far girare palla sterile e fine a se stesso?”. Domanda legittima in altri contesti ma provocatoria dopo una supremazia del genere. Attimi di silenzio che sembrano eterni, poi gli occhi di ghiaccio di Radice si infiammano di bagliori vividissimi e: “Dunque, nel calcio si affrontano due squadre (pollice e indice della mano destra marcatamente sollevati) e l’oggetto rotondo chiamato palla è uno solo (in alto il pollice della mano sinistra). Sempre meglio, molto ma molto meglio, se la sfera - altro nome della palla - la gestiamo noi. E il mio Monza lo fa benissimo. Che poi davanti si debba riuscire a essere più pericolosi e performanti è vero. Ma è un altro discorso e non c'entra nulla col mantenere il possesso dell’oggetto rotondo”. Sintesi da antologia. Altro che ‘Fiumi di Parole’ dei Jalisse, sorprendenti trionfatori di quel Sanremo. Stratosferico Gigi. Uno che il Como lo aveva battuto trent’anni prima nella partita più importante. Giocata in campo neutro...
Domenica 20 aprile 1997. Como, Stadio Sinigaglia:
COMO-MONZA 1-0 (0-0)
MARCATORE: De Agostini (C ) al 20’ st
COMO: Nicoletti; Mozzini, Ungari, Garlini, Sassarini (31’st Ferracuti); Lomi, De Agostini, Catanese (41’st Catelli), Galia; Cecconi (48’st Vignaroli), Zambrotta. A disposizione: Bozzini, Collauto, Bonomi, Tedesco. Allenatore: Marini
MONZA: Abbiati; Finetti, Saini, Bega, Falsini; Asta, D’Aversa, Crovari, Erba; Cancellato (25’st Veronese), Pietranera (16’st Gallo). A disposizione: Gatta, Rossi, Zappella, Averani. Allenatore: Radice
ARBITRO: Sciamanna di Ascoli Piceno
NOTE: Espulso De Agostini per doppia ammonizione al 38’st. Ammoniti Zambrotta, Garlini, Finetti e Bega. Spettatori 3.000 circa in cui 1.378 paganti. Incasso di Lire 35.567.000