Associazione Calcio Monza S.p.A.

TORINO, 29 GENNAIO 2023: LA STORIA DEL MONZA ENTRA NELLA LEGGENDA



di Fiorenzo Dosso

Raccontare capitoli della storia della squadra del cuore è emozione purissima.

Ma con un rischio, diciamo così, fisiologico: quello di enfatizzare eccessivamente il passato.

Ne sono consapevole. Tutto - fortunatamente - ruota però intorno al termine di paragone.

Nel caso del Monza (e mio) il magnifico presente dei tempi recenti ha ‘sublimato’ e portato a pieno compimento un vissuto di 110 anni. La Serie A - tanto agognata - ha dato il senso a tutta una storia. Una storia piena di sogni, di promozioni, di salvezze, di retrocessioni, di illusioni, di fallimenti e di rinascite in categorie minori rispetto al Paradiso attuale. Una storia fatta da uomini che hanno vestito, in epoche diverse, la ‘nostra’ maglia. Il Monza ha l’immensa fortuna di avere un impareggiabile cultore della sua storia e degli uomini che l’hanno scritta: Adriano Galliani.

Lunga ma necessaria introduzione. Che sarà anche conclusione. Come un cerchio che si chiude.

Il mio passato rispetto alla Juventus erano i racconti di papà sui gol nei primi anni '60 di Vincenzo Traspedini. Che dal Monza - via Varese - passò alla Vecchia Signora. Con la quale vinse la Coppa Italia 1966 e realizzò memorabile doppietta al Santiago Bernabeu.

Il mio vissuto rispetto ai bianconeri erano le parate dal '73 al '75 di Roberto Anzolin. Che da 'Casa Agnelli' (9 stagioni con 1 scudetto e 1 Coppa Italia) - via Atalanta e Vicenza - sbarcò, carico di gloria e di fascino, in riva al Lambro contribuendo in modo determinante al primo trofeo nazionale biancorosso: la Coppa Italia di Serie C del 1974.

Il mio passato rispetto alla Juve era la foto dello scambio di gagliardetti tra Sanseverino e Furino. Sada, 29 agosto 1976, turno inaugurale del girone di Coppa Italia. Acqua a secchiate, la prima Juve del Trap e la magnifica matricola di Magni. Diluvio universale, partita indimenticabile. Pioggia incessante, 1-1 griffato da due califfi del gol: Boninsegna e Braida.

Il mio vissuto rispetto alla Vecchia Signora era la magistrale punizione pennellata al Comunale di Torino da ‘Dustin’ Antonelli sotto gli occhi di Platini nell’ 1-1 in Coppa Italia del 28 agosto 1985.

Il mio passato rispetto alla nobiltà sabauda era la mitica (e purtroppo irriferibile) battuta del Trap al termine dell’amichevole al Brianteo del settembre 1991 quando in sala stampa un collega gli chiese conferme sulle voci di un possibile interessamento bianconero per Serioli.

I miei ricordi, insomma, racchiudevano splendidi personaggi e sfide ufficiali 'solo' in Coppa Italia. Emozioni intense e romantiche di cui essere comunque orgogliosi e da conservare gelosamente.

Poi... Poi ecco la prima stagione in Serie A. Ed ecco la sublimazione del ‘nostro’ passato.

Sinora la rubrica non ha mai fatto riferimenti a partite di questo straordinario biennio perché la 'mission' affidataci è quella di narrare alcune tappe della lunga, gloriosa e bellissima storia del Monza. Però... Però le due vittorie ‘22-’23 sulla Juventus sono 'diventate storia' già un attimo dopo il fischio finale.

All’andata l’assist del Fante per la zampata di un vichingo che resterà eterna in ogni cuore biancorosso. E al ritorno l’apoteosi della filosofia Palladiniana di gioco e di stile per una impresa che - in tutta onestà - non avrei neppure lontanamente osato sognare ai tempi dei pur dolcissimi ricordi raccontati. Il gol annullato a Caprari per millimetrico off-side. Il vantaggio con l’illuminante assist di Machin per il perfetto taglio di Ciurria. Il raddoppio con l’irresistibile, devastante cavalcata dell’Imperatore e la glaciale freddezza sotto porta dell’uomocheride. Un primo tempo di una bellezza folgorante. A mio modesto parere il più bello del Monza all-time. E nella ripresa un minimo di fisiologica sofferenza spazzata via da tre miracoli dell’Uomo DiGre.

Per uno come me, 'cresciuto' nel fossetto del Sada, questa partita - per fascino della location e grandezza dell’avversario - ha rappresentato compendio, compimento, catarsi purificatrice. Di una storia. Di una vita. Di una passione. E così ho vissuto il coast to coast di Carlos Augusto come fulmineo riassunto di 110 anni in pochi secondi: dalle sofferenze delle categorie inferiori alla gloria del Paradiso. E così mi sono specchiato, orgoglioso e incredulo, nel beffardo sorriso di Dany Mota mentre depositava la sfera nella porta juventina.

Era il 29 gennaio 2023. Esattamente un anno dopo - 29 gennaio 2024 - Adriano Galliani, innamorato del 'Suo' Monza sin da bambino, ha organizzato all’U Power Stadium il capolavoro della cena 'Monza Glorie' raccogliendo l’entusiastica adesione di una settantina di grandi ex. Serata da brividi. Notte da sogni a occhi aperti.

Nella suggestione della data ho voluto romanticamente 'leggere' (anche) il primo compleanno di una impresa che ha conferito definitivo alone di leggenda a una storia già piena di tanti capitoli entusiasmanti.