Associazione Calcio Monza S.p.A.

SPLENDORE, DUREZZA E SENSIBILITÀ DEL GRANDE MONZA A UDINE


di Fiorenzo Dosso


Se il cuor ti duole torna in Friuli.

La frase del detto fa rima solo nel dialetto friulano (‘Se il cur ti dul torne in Friul’).

Ma il senso è, per noi, un poetico invito.

A ricordare grandi partite dei bagaj in una terra ricca di fascino, di leggende, di emozioni e di suggestioni.

A ripercorrere imprese del Monza a Udine, in quegli anni lontani e fantastici, quando i biancorossi di Magni sapevano essere sia splendidi come le Dolomiti che duri come il Carso.

A raccontare quando il nostro orgoglio sportivo sfidò, guardandolo dritto negli occhi, quello proverbiale di un popolo che da secoli ha nella propria fierezza un inconfondibile marchio di fabbrica.

21 dicembre 1975. Il giorno in cui la bellezza di una squadra si specchiò nell’ineguagliabile scenario di vette mozzafiato.

Decima giornata della promozione dei record. Il Borussia di Brianza nel pieno del suo fulgore.

L’Udinese ci aspetta nel vecchio ‘Moretti’ per provare a riaprire la caccia alla Serie B.

Classifica: Monza 24, Udinese 19, Casale 17, Cremonese 16.

Sale solo la prima, la vittoria vale 2 punti, il campionato è ancora lungo ma...

Ma... tutto è racchiuso nel commento di un tifoso friulano del 2022. L’enormità di 47 anni dopo:

“Ho visto quella partita a ridosso del Natale 1975. Per noi era una gara decisiva. Gol di Sanseverino e tutti a casa. Da avversario ricordo quella squadra come una delle tre più forti, in relazione alla categoria, viste all’opera. Ai giorni nostri sarebbe comodamente in Europa League. Io scrivo quello che sento e quello che ho visto personalmente. Nella mia mente ci saranno sempre l’Olanda del 1974, il Milan di Sacchi e il Monza di Magni”. Pelle d’oca. Intensa.

Anche gli occhi dei nostri tifosi presenti si illuminarono per decenni ricordando il dominio assoluto di quei ragazzi con la maglietta rossa e la striscia verticale bianca: una rete di straordinaria bellezza (capolavoro assoluto del ‘mio’ Gigi), due traverse, un palo, un paio di prodezze del portiere avversario e un gol incredibilmente sbagliato sulla riga. Al fischio finale applausi a scena aperta di oltre 10.000 friulani competenti e civilissimi.

Leggete nel tabellino qui sotto la formazione del Monza: chi ha una certa età, e la conosce a memoria, provi a non commuoversi. Il sottoscritto non ci riesce. Mai.

Chi ha una certa età, e la conosce a memoria, provi a spiegare ai più giovani cosa ha rappresentato per la nostra generazione. Il sottoscritto ci tenta. Sempre.

Udine, Stadio Moretti. Domenica 21 dicembre 1975

UDINESE-MONZA 0-1 (0-1)

MARCATORE: Sanseverino (M) al 40’ pt

UDINESE: Marcatti, Sgrazzutti, Fabbro, Gaiardi, Groppi (1’ st Ferrari), Belotti, Garganigo, Gustinetti, Perego, D’Alessi, Bozza. A disposizione: Tamburrini, Battoia. Allenatore: Rosa

MONZA: Terraneo, Vincenzi, Gamba, Casagrande, Michelazzi, Fontana, Tosetto (17’ st De Vecchi), Buriani, Braida, Ardemagni, Sanseverino. A disposizione: Colombo, Fasoli. Allenatore: Magni

ARBITRO: Lenardon di Siena

SPETTATORI oltre 10.000

6 maggio 1979. Il giorno in cui la forza di un gruppo si alimentò della granitica durezza di un territorio roccioso.

Trentunesima giornata del sogno più vicino di sempre. Il Monza al culmine della sua maturità.

L’Udinese ci attende nel nuovo ‘Friuli’, decisa a chiudere il discorso Serie A.

Classifica: Udinese 43, Cagliari 39, Pescara 38, Pistoiese 37, Monza 36.

Salgono le prime tre, la vittoria vale 2 punti, mancano appena 8 giornate e quindi…

Quindi... tutto è spiegato nel titolo e nel sommario della pagina de ‘Il Cittadino’ del 10 maggio 1979 firmata dal massimo esperto di statistiche della nostra storia, l’indimenticabile Giorgio Vegetti:

“Soggiogata la capolista da un superlativo Monza”… “Tatticamente disposti al meglio, i biancorossi sono stati sul punto di violare l’imbattuto campo friulano, gelando l’entusiasmo del folto e meraviglioso pubblico bianconero. Dal possibile 0-2, se l’arbitro avesse rilevato il netto fallo da rigore subito da Silva in piena area, al fortunoso pareggio dell’Udinese a seguito di un banale autogol di Giusto”. Brividi. Profondi.

Gli stessi che procurò a tutto lo stadio il minuto di silenzio per onorare la memoria delle vittime del terzo anniversario del devastante terremoto del 1976. Un silenzio irreale e angosciante con trentamila anime piene di dolore e sessantamila occhi gonfi di lacrime. Un particolare toccante curioso e significativo: prima della gara la dirigenza bianconera espresse sincero e sentito ringraziamento a quella biancorossa. Il motivo: domenica 9 maggio 1976 - quindi tre giorni dopo quel disastroso scisma - al Sada era in programma Monza-Udinese. Ovvero la nostra grande festa ufficiale della promozione in B. Quella ‘ipotecata’ dalla straordinaria vittoria della partita d’andata del dicembre 1975 ricordata sopra. La mattina di venerdì 7 maggio 1976, appena i media di allora fecero comprendere l’enormità della tragedia, il Presidente del Monza - Giovanni Cappelletti -chiese personalmente alla Lega di C il rinvio della gara: il calcio doveva rispettosamente farsi da parte davanti a dolore, lutti e disperazione. La grandezza di una società va di pari passo con la propria sensibilità.

Udine, Stadio Friuli. Domenica 6 maggio 1979

UDINESE-MONZA 1-1 (0-1)

MARCATORI: Silva (M) al 45’ pt – Giusto (M) autorete al 28’ st

UDINESE: Della Corna, Bonora, Fanesi (16’ st Vagheggi), Leonarduzzi, Fellet, Riva, De Bernardi, Del Neri, Bilardi, Viriz, Ulivieri. A disposizione: Marcatti, Bencina. Allenatore: Giacomini

MONZA: Marconcini, Vincenzi, Volpati, Corti, Giusto, Stanzione (30’ st Acanfora), Lorini, Gorin, Silva, Ronco, Penzo. A disposizione: Monzio, Scaini. Allenatore: Magni

ARBITRO: Lattanzi di Roma

NOTE: Spettatori 28.000 circa di cui 26.625 paganti per un incasso di Lire 144.190.500. Nuovo record della società friulana

Post Scriptum 1: Confrontate i due tabellini. A tre anni e mezzo di distanza troverete complessivamente solo tre nomi sempre presenti sui due fronti. Il numero 2 biancorosso (Giuliano Vincenzi, alias ‘Vincenzone’, alias ‘Roger’), l’allenatore del Monza (Alfredo Magni, alias ‘Il costruttore di tanti nostri sogni’) e il portiere dell’Udinese (Sigfrido Marcatti, titolare nel ’75, riserva nel ’79). Già allora le squadre cambiavano molto, eppure già allora esistevano autentiche leggende senza tempo. Miti entrati di diritto nelle storie delle società. Dove resteranno in eterno.

Post Scriptum 2: Nei diversi racconti dedicati alle due gare ci sono elogi alla competenza, alla civiltà, all’entusiasmo del magnifico pubblico udinese. Simbolo e sintesi di un popolo che personalmente ho sempre ammirato per una infinita serie di motivi.

Mandi, Friul!