Associazione Calcio Monza S.p.A.

GIUGNO 1951: LA PRIMA PROMOZIONE NON SI SCORDA MAI


di Fiorenzo Dosso

Ricordare è - letteralmente - 'richiamare al cuore'. Etimologia dal latino: il prefisso 're', che indica la ripetizione di una azione, unito al sostantivo 'cordis'. Cuore.

Che nell'antichità era ritenuto la sede della memoria.

Il compito che ci ha affidato Adriano Galliani è proprio 'richiamare al cuore' - per noi anche oggi il vero custode della memoria - momenti e personaggi della lunga e affascinante storia biancorossa.

In questi giorni ci stiamo godendo la grande gioia del terzo campionato consecutivo in Serie A.

La Monza sportiva di 73 anni or sono era in estasi per la prima partecipazione alla Serie B.

Nel 1951 la città ha poco più di 70.000 abitanti. Il lungo fermento ricostruttivo del dopoguerra è in pieno decorso e comincia a comportare benefici effetti in termini di lavoro e occupazione. Tuttavia il boom edilizio e i problemi legati al traffico sono ancora lontani (almeno) un paio di lustri: brulicano, quindi, le biciclette e la fanno da padrone i tram. I mitici 'Gamba de Legn'.

Dall'anno precedente è in atto una profonda trasformazione del Parco con l'ampliamento del golf e la realizzazione del campo da hockey (grande la tradizione rotellistica monzese), della piscina, del centro controllo RAI e dell’allevamento canino.

Nelle elezioni amministrative di fine maggio si registra la clamorosa affluenza del 95% : la DC vince a mani basse con una percentuale intorno al 50%. Il nuovo Consiglio Comunale proclama Sindaco Carlo Zucca che succede a Leo Sorteni.

Ma il 3 giugno 1951 Monza accantona la politica per vivere le intense emozioni dello sport.

Che aveva due 'partiti' (quasi) equamente suddivisi: quello del pallone e quello della bicicletta. Ebbene in quella calda domenica di (quasi) estate Monza è in trepidazione su entrambi i fronti: per un suo concittadino d'adozione e per i suoi amatissimi bagaj.

Il concittadino d'adozione (nato a Prato ma residente in città dal 1944) si chiama Fiorenzo Magni. Ed è in lotta con il belga Van Steenbergen e con lo svizzero Kubler per la vittoria del Giro d'Italia.

I bagaj sono i biancorossi di Annibale Frossi. Che nella difficile trasferta di Omegna si giocano la prima, storica, promozione in Serie B.

Presidente del Monza è l'industriale Giuseppe Borghi. Per tutti Peppino. Che vuole vincere il campionato. La riconferma di Frossi dopo la discreta stagione precedente - compromessa nell’ultimo mese - costituisce il primo mattoncino di quella splendida costruzione che si plasmerà strada facendo. I favori del pronostico nell'estate 1950 vanno alle nobili decadute Casale e Pro Vercelli mentre il Monza viene inserito nel ristretto novero delle (possibili) sorprese con Lecco, Pavia e Alessandria. Sarà il grande lavoro del 'Dottor Sottile' (soprannome di Frossi dovuto al connubio tra la sua magrezza, la laurea in legge e gli occhialini che lo contraddistinsero anche da giocatore, quando con una doppietta in finale regalò la medaglia d'oro all'Italia alle Olimpiadi di Berlino 1936) a fare la differenza. Lavoro paziente sugli uomini e competente sugli schemi: l’attacco a 'M' del Monza (senza tediare con prolungate ricostruzioni, definiamolo come una sorta di 'falso nueve' molto ante litteram) segna una netta rivoluzione tattica e suscita profondo interesse tra gli addetti ai lavori. I biancorossi - con Bruno Dazzi bomber implacabile e Guido Soldani brasileiro di San Cipriano Po - vanno subito al comando e ci restano per nove mesi. Qualche battuta a vuoto è fisiologica ma Giambelli & compagni arrivano alla penultima consapevoli di essere padroni del proprio destino. La trasferta è però piena di insidie perché l'Omegna si gioca la salvezza. Frossi affida alla formazione tipo il compito di scrivere la storia: Corno, Pirola, De Poli, Pasolini, S. Magni, Colombetti, Giambelli, Soldani, Zanello, Dazzi, Chiesa.

La prima mezzora è una battaglia. Gli ospiti si inc...avolano di brutto per un gol misteriosamente annullato a Dazzi e un clamoroso rigore non concesso per fallo su Giambelli ma benedicono due interventi da circoletto rosso di Tino Corno e un clamoroso errore a porta vuota di Gallazzi. Al 38' la svolta: il furbo Soldani sa che l'arbitro Rigato di Mestre ha qualcosa da farsi perdonare ed esaspera un normale contrasto in area avversaria inducendo il direttore di gara ad assegnare generoso penalty. Stavolta le proteste furibonde sono dei padroni di casa. Carlo Colombetti, rigorista designato, si astrae e quando arriva il fischio liberatorio esegue con glaciale perfezione.

E' il gol più importante nei (quasi) 39 anni di storia biancorossa.

Ripresa drammatica. Il match-winner si fa male e le sostituzioni non sono ancora state sdoganate. I biancorossi - praticamente in inferiorità numerica - si chiudono a riccio nella propria area protetti dal coraggio di Corno nelle furibonde mischie e da un commovente, insuperabile, gigantesco Pasolini. A partita conclusa da un po' arriva, via telefono, la notizia del pareggio casalingo del Pavia - il più immediato inseguitore - che certifica ufficialmente: il Monza è in Serie B.

Nel 1951 la televisione è ancora di là da venire e l’informazione è prerogativa della sola radio. Con una tempistica inevitabilmente aleatoria. Altro che breaking news...

Così sono ormai le 19.30 abbondanti quando una anonima voce gracchiante, in coda a tutte le notizie sportive della giornata, comunica prima lo 0-0 tra Pavia e Biellese poi lo 0-1 in quel di Omegna. E' l’apoteosi. Dopo cena la città si riversa in Piazza Duomo per aspettare il rientro dei giocatori. Il pullman si fa strada a fatica tra la folla per poi aprire ai giocatori le porte verso il meritato trionfo. Manca solo Frossi. Una assenza che ne ingigantisce la grandezza: il 'Dottor Sottile' ha scelto di isolarsi. Per lasciare tutto il proscenio ai suoi magnifici ragazzi e per assaporare le forti emozioni delle ultime ore nella sua casa di Milano.

Qualche giorno dopo - venerdì 8 giugno 1951 - al termine della tappa Cortina D'Ampezzo-Bolzano, vinta da Fausto Coppi, Fiorenzo Magni prende definitivamente la maglia rosa e scrive per la seconda volta il proprio nome nell'albo d'oro del Giro d'Italia.

Giugno 1951: un mese indimenticabile per lo sport monzese testimoniato da vecchie fotografie in bianco e nero. Noi, commossi, lo ricordiamo ancor oggi. Cioè lo 'richiamiamo al cuore' - rigorosamente biancorosso - che custodirà per sempre le imprese di quei ragazzi di 73 anni or sono.