Associazione Calcio Monza S.p.A.

EPOPEA E ROMANTICISMO DELLO STORICO CONNUBIO SIMMENTHAL-MONZA


di Fiorenzo Dosso

Ci sono assist così deliziosi che serve solo ‘appoggiarla’ in rete. L’ufficializzazione del ritorno (dopo 59 anni) di Simmenthal nel pool degli sponsor del Monza è per noi inguaribili romantici bulimici di storia biancorossa esattamente uno di quelli. La notizia è un favoloso (nel senso di… favola) passaggio filtrante di Adriano Galliani, regista dell’operazione: portiere e difesa fuori causa, palla a pochi centimetri dalla linea bianca, basta toccarla per fare gol. E immergersi in uno sconfinato mare di ricordi e di aneddoti come un bambino in un negozio di giocattoli. Ci proviamo.

Il finale della stagione 1954-55 è durissimo su tutti i fronti. Il Monza si salva all’ultima giornata con un 3-2 vietato ai deboli di cuore a Taranto in un match diretto dal giovane Concetto Lo Bello.

La società vive mesi travagliatissimi: il triumvirato al comando (Pastori-Briganti-Tagliabue) rende pubblico un passivo di 98 milioni di lire nel biennio '53-'55, apre la crisi a inizio estate e si fa supportare da un ‘Comitato di Reggenza’. I tifosi sperano nel miracolo di ‘San Giuan’ (24 giugno) ma la situazione è decisamente complicata e si sblocca oltre un mese dopo. Quando, al termine di un luglio torrido e angosciato, nasce ufficialmente l’Associazione Calcio Simmenthal-Monza.

Lo studio dell’avvocato Carlo Masera lima tutti i dettagli che la stampa comunica a una città in trepidante attesa: il nuovo presidente sarà l’industriale Claudio Sada, figlio di Gino Alfonso e proprietario dell’industria alimentare. Per abbinare il proprio marchio a quello della società, l’azienda versa 30 milioni di lire a fondo perduto destinati a coprire il deficit dell’ultima stagione sportiva. Fumata biancorossa: Habemus Papam! Le dichiarazioni programmatiche rilasciate a Giovanni Fossati su Il Cittadino del 28 luglio 1955 come cardini imprescindibili e binari inderogabili della presidenza di Claudio Sada: “Gestione economica che non abbia a compromettere esigenze di bilancio, cura per il settore giovanile da preferire alla politica dei prestiti, oculato rafforzamento della squadra”. Nell’euforia generale c’è una clausola che lascia qualche preoccupazione: la carica presidenziale e l’abbinamento commerciale dureranno solo un anno e nel giugno del 1956 verranno fatte tutte le valutazioni atte alla prosecuzione o meno.

In realtà la storia - maestra di vita anche nel calcio - racconta che il binomio Simmenthal-Monza andrà felicemente a braccetto fino al 1965. Dieci campionati cadetti consecutivi.

Alcuni esaltanti: su tutti proprio il primo con un clamoroso ma maledetto terzo posto (in A ci andavano le prime due), Aurelio Milani vincitore - unico biancorosso a esserci riuscito sinora - della classifica cannonieri della Serie B e la leggendaria vittoria di Capodanno 1956 sull’Udinese, retrocessa per illecito dopo il secondo posto in A e imbattuta da 35 giornate alias tutto il 1955.

Alcuni sofferti: in primis la tribolata salvezza del 1960, nello spareggio a tre con Venezia (superato 2-0 a Bologna dai gol di Mattavelli e Larini) e Taranto, che l’allora sedicenne Adriano Galliani ricorda per l’interminabile odissea in pullman attraverso l’infernale Porrettana, obbligatoria Via Crucis per arrivare a Firenze quando l’Autostrada del Sole era ancora un impercorribile cantiere a cielo aperto. Lo 0-0 con i pugliesi vale la permanenza in B e ripaga i tifosi biancorossi delle ventiquattro ore di un allucinante viaggio intrapreso per puro amore.

Molti in assoluta tranquillità con dignitosi piazzamenti dal quarto al nono posto e giocatori che resteranno indelebili nella mente e nel cuore.

L’ultimo a dimostrazione di grande generosità verso la squadra e la città: il 5 aprile 1964 muore Gino Alfonso, a maggio Simmenthal annuncia il proprio distacco al termine del campionato ma l’accorato appello del Sindaco Centemero tocca le corde giuste e Claudio Sada accetta di restare in carica un’altra stagione (1964-65) concedendo prezioso tempo per programmare adeguatamente la successione.

Il resto è parole e musica di Antonello Venditti: le emozioni che regala un poeta restano eterne anche se la sua squadra ci ha appena battuto. ‘Certi amori non finiscono. Fanno giri immensi e poi ritornano’ … dopo (quasi) 60 anni le strade di Simmenthal e del Monza tornano a incrociarsi. Ovvero come un accordo commerciale può legare enormi risvolti di romanticismo a importanti segnali di modernità: perché sbuca dal passato, irrompe nel presente e proietta nel futuro.