di Fiorenzo Dosso
Calcio d’altri tempi, certo. Eppure il fascino della nostra storia si nutre (anche) di quegli anni lontanissimi ed eroici. Perché fino alla semifinale del Bari nel 1983-84 (e poi dell’Alessandria 2015-2016), la squadra di Serie C che aveva fatto più strada nella Coppa Italia delle grandi era stato il Monza. Che nel 1938-39 si era spinto sino ai quarti di finale.
Tra pochi giorni la manifestazione tricolore aprirà ufficialmente il sipario sulla stagione 2024-25:
i biancorossi toccheranno la cifra tonda tonda di 60 partecipazioni.
Romantico e doveroso omaggiare quei ‘bagaj’ che hanno sinora fatto il cammino più lungo.
I polverosi archivi del tempo ci hanno raccontato un percorso particolare e ricco di suggestioni: ve lo proponiamo come - speriamo gradita - lettura estiva che ripercorre la miglior performance in Coppa Italia della storia del Monza.
Nel settembre 1938 il mondo sta inesorabilmente precipitando verso la totale follia della seconda guerra mondiale. In Italia fanno triste capolino le leggi razziali. Lo sport è, almeno, motivo di grande orgoglio nazionale: gli azzurri di Vittorio Pozzo bissano, in Francia, il titolo mondiale del 1934; Gino Bartali domina il Tour infliggendo un distacco di oltre 18’ al secondo classificato.
La Coppa Italia è appena alla sesta edizione eppure non mancano significative similitudini con i nostri tempi: già 86 anni or sono - ad esempio - i primi turni erano riservati alle squadre di Serie C mentre le big entravano in scena dai sedicesimi di finali. Formula semplice: eliminazione diretta con partita unica sul terreno di una delle due contendenti e - in caso di parità dopo i tempi supplementari - ripetizione della sfida a campi invertiti.
Il Monza del presidente Emilio Resnati e del tecnico Leopoldo Conti (richiamato dopo l’ottima stagione '35-'36) debutta in Coppa Italia ospitando nel mitico ‘Via Ghilini’ la Cremonese. I grigiorossi, che in campionato contenderanno sino all’ultima giornata alla Reggiana la promozione in Serie B e supereranno il Monza sia all’andata che al ritorno, vengono letteralmente spazzati via dagli scatenati padroni di casa: 6-0, gioco, partita, incontro e... avanti il prossimo.
Il sorteggio del secondo turno è benevolo con i ragazzi di Conti che - sempre sul terreno amico - rifilano altra goleada al modesto Derthona (derelitto fanalino di coda in campionato): 5-0 con tripletta dell’immarcabile Colombo, già due volte in gol anche contro la Cremonese.
A campionato già iniziato, la Coppa Italia diventa doppio impegno da gestire con cura. In quel di Mantova, il Monza passa in vantaggio con Grassi ma resta prima in dieci (espulso Brioschi) e poi - dopo il pareggio dei virgiliani - addirittura in doppia inferiorità (ko Rampini) perché all’epoca le sostituzioni non erano consentite. I supplementari sono una interminabile sofferenza.
Quattro giorni dopo (27 ottobre 1938) si replica in Via Ghilini. Le cronache dell’epoca raccontano di una splendida partita: ospiti in vantaggio, ribaltamento biancorosso con doppietta dell’estroso Gelosa, pareggio mantovano grazie alla complicità della difesa locale, equilibrio spazzato via da un colpo di testa di Grassi e da un magistrale calcio di punizione dello scatenato Gelosa. Adrenalina a mille: Monza-Mantova 4-2 e continua il cammino.
Il grande cuore biancorosso è determinante anche nei trentaduesimi quando sulla strada del Monza si presentano i tosti liguri del Valpolcevera. Che passano subito in vantaggio e nel primo quarto d’ora sembrano padroni della situazione. Mister Conti rinuncia alla parte tecnico-tattica e lavora sull’orgoglio dei suoi ottenendo ottime risposte: nella seconda metà del primo tempo il solito Gelosa e Dugnani ribaltano e a inizio ripresa Rebosio firma il 3-1. Il raddoppio degli ospiti rende incandescenti i 10’ finali e ancora più grande la gioia per l’ingresso nei sedicesimi, ovvero nel tabellone principale.
Dove, peraltro, approdano numerose altre formazioni di Serie C. Il sorteggio regala al Monza proprio una di queste: la Civitavecchiese, seconda nel proprio girone e in lotta con la Maceratese per la promozione. Si gioca il 25 dicembre 1938. I biancorossi hanno il vantaggio del fattore campo però devono ovviare a parecchie assenze importanti (Grassi e Rampini). Gli ospiti, al gran completo, si fanno preferire per gioco e manovra ma una doppietta d’autore di Rebosio (un gol per tempo) confeziona un magnifico regalo di Natale al numeroso pubblico del ‘Via Ghilini’: la qualificazione agli ottavi di finale.
Delle 16 formazioni ancora in lizza ben 12 sono della massima serie, due cadette (Palermo e Venezia) e tre di Serie C. La stampa dell’epoca esalta soprattutto l’impresa del Simaz di Popoli Terme, minuscolo paesino abruzzese, capace di eliminare la Liguria Sampierdarenese, quinta in Serie A.
C’è chi sogna al ‘Via Ghilini’ l’inedito derby con una delle due milanesi (Ambrosiana Inter e Milano) ma il sorteggio è fortunato e riserva ai biancorossi ancora il terreno amico contro i pari categoria della Biellese.
Si torna in campo quando il lungo e rigido inverno cede il passo a una dolce primavera: 6 aprile 1939. In campionato il Monza è ingrigito in un anonimo centro classifica mentre i piemontesi nel proprio girone stanno dando filo da torcere a Brescia e Varese. I pronostici degli esperti vanno decisamente in favore degli ospiti. Che passano alla mezz’ora su calcio di rigore. Quando sembrano spacciati, i bagaj tirano fuori il carattere e trovano il pareggio - Gelosa dagli undici metri - all’ultimo minuto del primo tempo. Rinfrancata moralmente la squadra di Conti inizia la ripresa assediando la porta piemontese. Che capitola al 65': il gol decisivo lo realizza Maurizio Biella. Chissà se qualche giornale avrà sfruttato il facile gioco di parole: “Biella affonda la Biellese”...
A proposito di giornali: il Cittadino del 13 aprile 1939 fornisce questa preziosa notizia:
“Il Monza ha conquistato un premio di Lire diecimila che la FIGC ha istituito per premiare la concorrente di Serie C che per ultima fosse eliminata dal torneo di Coppa Italia”.
L’incredibile avventura continua. E a questo punto è pura suggestione. Il Monza pesca il grande Genoa 1893, all’epoca la squadra italiana più blasonata. La Federazione - pensate un po’ che differenza con oggi - non effettua il sorteggio del campo ma dispone che la gara venga disputata in casa della formazione più debole. Su Il Cittadino del 20 aprile 1939 informazioni da brividi:
“La Direzione dell’AC Monza comunica i prezzi dei biglietti per la partita Monza-Genoa 1893 valevole per i quarti di finale di Coppa Italia 1938-39 del 23 aprile 1939: Tribuna centrale Lire 9; Tribunette Lire 7; Prato Lire 3. Non sono valide le tessere sociali né tanto meno le riduzioni. Alle signore e signorine non vi saranno facilitazioni di sorta. L’apertura del campo di giuoco è prevista per le ore 12. La partita comincerà alle ore 15.30 e sarà preceduta da una gara amichevole tra le riserve del Monza e quelle della Breda”.
I rossoblù impongono i diritti di una classe nettamente superiore e chiudono il primo tempo sul doppio vantaggio (Arcari e Cattaneo) ma nella ripresa un Monza splendido e commovente dimezza con Colombo e sfiora il clamoroso pareggio meritando l’ovazione del gran pubblico accorso.
Calcio d’altri tempi, d’accordo. Ma il miglior risultato di sempre del Monza in Coppa Italia meritava un capitolo a parte. Che si chiude semplicemente con la formazione che il 23 aprile 1939 scaldò i cuori di una città orgogliosa dei propri ragazzi: Galbiati, Parma, Fiammenghi, Spirolazzi, Riva, Rebosio, Gelosa, Biella, Colombo, Farina, Dugnani. Allenatore: Conti.