Associazione Calcio Monza S.p.A.

1953: LA SERIE A SFUMATA A SALERNO DOPO AVER 'ALLENATO' LA NAZIONALE


di Fiorenzo Dosso

Salerno rima d’eterno… la dolce definizione del poeta cilentano Alfonso Gatto stride con la profonda delusione dei bagaj che il 10 maggio 1953 lasciano sul terreno del mitico Vestuti le residue speranze di salire in paradiso. E’ - lo dice la storia - la prima volta che il Monza vede sfumare il sogno. I biancorossi sono al secondo campionato cadetto, il ciclo di mister Frossi – deus ex machina della promozione del 1951 - tocca il culmine dal punto di vista tecnico e tattico. La stagione dei biancorossi è splendida. Il San Gregorio si innamora di Bob Lovati, autentico totem tra i pali e ha granitiche sicurezze difensive in Copreni e De Poli. Il centrocampo garantisce totale affidabilità con la monzesissima roccia Sergio Magni a supportare le geometrie di Pasolini e Colombetti, infallibile dal dischetto. In avanti il giovane Colombo e l’esperto Malavasi si spartiscono un buon bottino di reti (7 a testa) mentre ‘Pinocchio’ Cuzzoni va in doppia cifra per il secondo anno consecutivo. A quattro giornate dal termine il Monza è in piena corsa per la Serie A.

In epoca di due punti a vittoria la classifica recita: Genoa 38, Legnano 37, Monza e Cagliari 36. Domenica 3 maggio la città vive il primo sliding doors della sua squadra in un San Gregorio gremito all’inverosimile: una rocambolesca, sfortunatissima autorete di Magni e un gol annullato tra le proteste a Magrini consentono alla capolista Genoa di respingere la voglia di aggancio in vetta del Monza. Le sconfitte di Legnano e Cagliari lasciano tuttavia ai ragazzi del Presidente Borghi ancora qualche speranza in vista della trasferta nella calda tana della tranquilla Salernitana.

In quegli anni il Monza di Frossi è al centro dell’attenzione mediatica per il sistema M, lo stesso praticato dalla favolosa Ungheria dell’epoca, e così la Nazionale - in vista della sfida con i magiari di metà maggio valida per la Coppa Internazionale - chiede e ottiene di poter effettuare un test non ufficiale con i biancorossi per prendere confidenza con il modulo. Dalle pagine de Il Cittadino del 14 maggio 1953 Giovanni Fossati, califfo del giornalismo sportivo locale, si chiede se ne valga la pena. Il Dottor Sottile gli risponderà in punta di penna la settimana successiva. Quando i social erano i tasti di una macchina da scrivere…

Per la cronaca: il 17 maggio 1953 all’Olimpico di Roma i fuoriclasse dell’Ungheria non lasciano scampo agli azzurri. Il gol di Hidegkuti e la doppietta di Puskas esaltano gli uomini e mortificano l’ossessione per gli schemi... Nel frattempo ecco Salerno. Il post Genoa ha pesanti strascichi: il giudice sportivo va giù pesante e squalifica Pirola, Colombetti e De Poli. Che si aggiungono a Malavasi già precedentemente appiedato per più turni. Frossi deve ricorrere a parecchie seconde linee: Aggradi, Lenci, Zanello, Alberti. Il coraggio comunque non manca ai bagaj che partono forte. Il gol è nell’aria ma… arriva dalla parte opposta. Sul primo corner a favore dei campani Magrini non sente il ‘miaaaa’ di Lovati, ne nasce una mischia che Cori risolve - su assist di Taccola – depositando comodamente in rete. Il resto è monologo biancorosso che negli ultimi 20’ diventa disperato e rabbioso assedio anche se onestamente non si registrano clamorose occasioni da gol. I ragazzi sono stanchi, la stagione è stata lunga e stressante, le assenze pesano. Maledizione, se pesano… E il primo, dolce sogno muore nella indescrivibile suggestione del tramonto su un golfo pieno di poesia e di romanticismo.


Domenica 10 maggio 1953

Salerno, Stadio ‘Vestuti’

SALERNITANA–MONZA 1-0 (0-0)

MARCATORI: Cori (S) al 22’ pt

SALERNITANA: D’Ambrosi, Tuccini, Griffith, Miniussi, Bertoli, De Andreis, Cori, Taccola, Kincses, Colpo, Massagrande. Allenatore: Carpitelli

MONZA: Lovati, Aggradi, Copreni, Magrini, Magni, Pasolini, Colombo, Cuzzoni, Lenci, Zanello, Alberti. Allenatore: Frossi

ARBITRO: Gemini di Roma